Questo evento si è concluso il 10 settembre 2021 21:30 CEST

Opera a corte 
Domenico Sarro
Intermezzi buffi
Bari

La furba e lo sciocco (1731); L'impresario delle Canarie (1724)


venerdì 10/set/2021 dalle 20:30 alle 21:30 (UTC +02:00)

Chiesa di San Gaetano - Str. S. Gaetano, 19, 70122 Bari BA, Italia

Quando

venerdì 10/set/2021 dalle 20:30 alle 21:30 (UTC +02:00)

Dove

Chiesa di San Gaetano
Str. S. Gaetano, 19, 70122 Bari BA, Italia

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Descrizione

Domenico Sarro (Trani 1679 - Napoli 1744)

La furba e lo sciocco (1731)

L’impresario delle Canarie (1724)

Personaggi e interpreti

Paola Leoci - Madama Sofia (soprano)

Nicolò Marzocca - Dorina (controtenore)

Carmine Giordano - Barlacco/Nibbio (baritono)

Nicola Ceo, Alessandra Riccardi, figuranti

Ensemble S. Teresa dei Maschi (con strumenti storici)

Valerio Latartara, Dario Palmisano, vìolini 

Dario Cappiello, viola

Claudio Mastrangelo, violoncello

Giuseppe Lillo, violone

Sabino Manzo, cembalo e direzione

Nicolò Marzocca, regia

Angela Gassi, costumi

Domenico Sarro

Di origini pugliesi, Domenico Sarro (Trani, 24 dicembre 1679 – Napoli, 25 gennaio 1744) giunge a Napoli da «figliolo piccolo in età di sei anni in sette» per studiare al Conservatorio di Sant’Onofrio, probabilmente sotto la guida di Alessandro Scarlatti, Gaetano Greco e Angelo Durante. La sua car- riera si svolge interamente in ambito partenopeo. Nel 1703 ottiene la carica di «vicemaestro della Real Cappella» di Napoli. L’avvento asburgico nel Mezzogiorno e il ritorno di Alessandro Scarlatti a Napoli (1707) fanno perdere al compositore ventottenne il presti- gioso incarico istituzionale a corte: fino al 1719, Sarro concentra pertanto la sua attività negli ambienti ecclesia- stici, come la chiesa di San Paolo dei Teatini,4 e nell’«opera de’ Morti» del Monte della Misericordia, per cui com- pone molte messe funebri. Le sorti di Sarro sembrano migliorare tra il 1715 e il 1720. È del 1716 il dramma Ciro, su libretto di Pariati (rappresentato dal 24 novembre 1716 fino al 5 gennaio 1717 al Teatro di San Bartolomeo), che inau- gura la folta schiera delle grandi opere serie scritte dal musicista pugliese per il massimo teatro napoletano. Nel 1720 è incaricato «di servire la Fedel[issi]ma Città di Maestro di Cappella» presso la «Chiesa di San Lorenzo, dove detta Fed[elissi]ma Città fa tutte le funzioni»; l’incarico fa seguito alle dimissioni del predecessore Gaetano Greco. Al culmi- ne del cursus honorum di Sarri si col- locano l’elezione a vice maestro della cappella di corte nel 1725 (Alessandro Scarlatti, primo maestro, muore e Francesco Mancini gli subentra) e la nomina a maestro di cappella nel 1737 (Francesco Mancini viene a mancare e Sarro ne prende il posto). A incoronare la figura di Sarro come compositore istituzionale, oltre all’aggregazione all’Arcadia romana con lo pseudonimo «Daspio» nel 1726, è sicuramente la composizione di Achille in Sciro, che il 4 novembre 1737 inaugura il Teatro di San Carlo, appena eretto da Carlo di Borbone, succeduto agli Asburgo nel governo di Napoli dopo le vicende della guerra di successione polacca.

Il 25 gennaio 1744, un anno dopo la composizione della sua ultima opera, Alessandro nelle Indie, Sarro muore all’età di sessantacinque anni. Oltre alla dozzina di drammi seri, tra i quali Burney ricorda Tito Sempronio Gracco oltre alla Didone abbandonata del 1724 (il primo libretto del Metastasio), Sarro scrisse numerose cantate e serenate per festeggiamenti nobiliari (tra cui spic- cano lo Scherzo festivo tra le ninfe di Partenope, composto per il compleanno dell’imperatrice asburgica nel 1720, e la serenata Andromeda, in cui debut-
ta Farinelli, composta nel 1721 per il matrimonio del principe Della Rocca), opere di soggetto sacro (come Ester riparatrice, 1724), commedie per musi- ca per il Teatro dei Fiorentini (alcune, come Gli amanti generosi e Fingere per godere, rispettivamente 1735 e 1736, testimoniano la collaborazione con il librettista Tommaso Mariani), inter- mezzi (Brunetta e Burlotto, scritti per Ginevra principessa di Scozia nel 1720, sono probabilmente i primi intermezzi indipendenti dal dramma ospite creati a Napoli), musica sacra. 

CENNI STORICI

L'intermezzo buffo a Napoli nella prima metà del settecento, guadagna pian piano grandi consensi da parte di tutti coloro frequentassero i teatri del capoluogo: nobili, cortigiani, reali, ma soprattuto il popolo più modesto che gremiva lo spazio della platea per gustare e divertirsi di fronte alla commedia. Proprio per loro, si può affermare oggi, gli intermezzi venivano creati, per dare anche al "popolino", la sua fetta di spensieratezza e divertimento. Venivano infatti eseguiti tra un atto e l'altro di grandi opere serie ed impegnative, che non tutti erano in grado di capire e seguire. A volte nobili o reali, commissionavano intermezzi, proprio per farsi ben volere, donando al popolo la possibilità di partecipare alle grandi manifestazioni teatrali dell'opera.

Sarro ne è stato, senza dubbio, uno dei più prolifici creatori. Quelli che vi proponiamo, sono tra i più noti del nostro maestro pugliese, che ne ha scritti a decine. La nostra versione vede una commistione di intenti nelle due trame, atte ad unire i due libretti in un'unica esecuzione con intrecci di personaggi e trame, grazie al lavoro di elaborazione e regia di Nicolò Marzocca, che dopo i successi delle ultime opere messe in scena per questo festival, si ripropone in un'ambientazione decisamente più leggera, pronta ad immergervi in un mondo di sogni, colori e tanta allegria....

MISURE ANTICOVID 19

Con riferimento al DL 23 luglio 2021 n. 105 e alla circolare n. 40 del 27 luglio 2021 del Segretariato Generale e alle indicazioni del Ministero della Salute, per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid19, vengono applicate le seguenti disposizioni per i Paesi appartenenti alle liste A e C (di cui agli elenchi scaricabili dal sito www.viaggiaresicuri.it del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale):

l’accesso è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di una delle certificazioni verdi Covid19 Green Pass (in formato digitale o cartaceo) in grado di attestare, unitamente ad un documento di identità in corso di validità :

  • di aver fatto almeno una dose di vaccino tra quelli autorizzati dall’EMA ovvero dall’AIFA (Comirnaty di Pfizer-BioNtech, Vaxzevria di Astrazeneca, Janssen di Johnson & Johnson e Moderna)
  • oppure essere risultati negativi a un tampone molecolare o rapido nelle ultime 48 ore
  • oppure di essere guariti da Covid19 nei sei mesi precedenti.
  • La Certificazione verde COVID-19 non è richiesta ai bambini esclusi per età dalla campagna vaccinale (al di sotto dei 12 anni) e ai soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica.

    Con riferimento agli ingressi dai Paesi Israele, Canada, Giappone e Stati Uniti si precisa che in relazione alle certificazioni vaccinali emesse dalle Autorità sanitarie dei suddetti Paesi, in accordo a quanto indicato dalla Raccomandazione UE n. 2021/912 del 20 maggio 2021, esse dovranno riportare almeno i seguenti dati:

    - Identificativi della persona;

    - Relativi al tipo di vaccino e alla/e data/e di somministrazione.

    Si ricorda che i certificati dovranno essere accettati se in lingua italiana, inglese, francese o spagnola. Nel caso il certificato non fosse stato rilasciato in forma bilingue e non in una delle quattro lingue indicate dall’Ordinanza del ministro della salute del 18 giugno 2021, si ribadisce la necessità che venga accompagnato da una traduzione giurata.

    Tale documentazione andrà esibita all’accesso, contestualmente alla misurazione della temperatura.

    ATTENZIONE: in mancanza di Green Pass e di un documento d’identità, entrambe in corso validità, non sarà possibile accedere al sito e il biglietto acquistato non sarà rimborsato.

    • Saranno inoltre seguite le procedure di distanziamento di almeno un metro tra il pubblico
    • L’obbligo della mascherina prima, durante e dopo lo spettacolo
    • L’igienizzazione delle mani con appositi igienizzanti
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    Chiesa di san gaetano Bari

    La chiesa, secondo alcune fonti documentarie, sorge sui resti di due precedenti edifici di età medievale. Il primo, dedicato al Salvatore, era certamente in funzione nel corso dell’XI secolo, mentre il secondo è stato edificato nel 1170 per volere di san Guglielmo di Vercelli, fondatore dei Benedettini Virginiani.
    Successivamente la chiesa è stata ricostruita tra il 1630, durante l’episcopato di Ascanio Gesualdo, e il 1642, quando era arcivescovo Diego Sersale.
    Nel 1675 l’edificio è stato affidato dalla diocesi all’ordine dei Regolari di san Gaetano, detti Teatini, che nel 1771 lo ricostruirono dalle fondamenta.
    Nel 1789 la residenza dei Teatini a Bari fu soppressa e la chiesa fu concessa in uso alla Confraternita del Purgatorio i cui amministratori le restaurarono nel 1904.
    I Teatini tornarono ad utilizzare l’edificio per alcuni decenni a partire dal 1939.
    La facciata della chiesa è di forma rettangolare ed è conclusa da una cornice sagomata. Il portale e la finestra soprastante sono contenuti in un arcone lievemente aggettante. Sul prospetto si erge un campanile a vela a quattro fornici.
    L’edificio presenta una pianta a croce greca, la cui cappella centrale è coperta da una volta a vela, mentre i quattro bracci da volte a botte lunettate.
    L’altare maggiore, in stile barocco, è rivestito di marmi pregiati ed intarsiati ed è caratterizzato dalla presenza di un bassorilievo in marmo bianco raffigurante la Madonna del Carmelo con le Anime del Purgatorio e di una grande pala centinata attribuita a F. De Mura che rappresenta il Salvatore che avanza su un prato fiorito attorniato da angeli.

    Sono presenti nella chiesa due altari minori. Uno, dedicato alla S. Famiglia, proviene dalla chiesa di S. Francesco della Scarpa per una donazione fatta nel 1872 dalla famiglia Sagarriga-Volpi ed è sormontato da una tela centinata del XVIII secolo raffigurante l’Immacolata. L’altro è impreziosito da un Crocifisso ligneo realizzato nel 1885 a spese della Confraternita del Purgatorio.

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